Museo del ciclismo Madonna del Ghisallo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMagreglio
Indirizzovia Gino Bartali 4
Coordinate45°55′26.26″N 9°16′05.59″E / 45.92396°N 9.26822°E45.92396; 9.26822
Caratteristiche
Tipociclismo
Collezionicimeli sportivi
Superficie espositiva850 
Intitolato aSantuario della Madonna del Ghisallo
Istituzione14 ottobre 2006
FondatoriFiorenzo Magni
Apertura2006
DirettoreCarola Gentilini
Visitatori13 400 (2019)
Sito web

Il museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo è un museo della Lombardia dedicato al ciclismo. Nel cuore del Triangolo Lariano, a Magreglio, in rapporto di continuità con il Santuario del Ghisallo dedicato alla Madonna patrona dei Ciclisti[1], il museo è stato inaugurato il 14 ottobre 2006[2] e Sergio Zavoli gli dedicò queste parole: "idealmente rivive il mondo della bici da corsa, con uomini e gesta che l'hanno eletto a prova di come fatica e coraggio, dolore e gioia, sono natura e immagine del ciclismo".

Nel 1994 venne istituita l'Associazione "Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo", successivamente trasformata in fondazione. Sarà la fondazione ad avviare i lavori di costruzione del Museo il 24 ottobre 1999, con la posa della prima pietra proveniente dalla Cava di Candoglia (Val d'Ossola), la stessa del marmo del Duomo di Milano, che ha diritto esclusivo d'uso sulla Cava. L'ultima pietra, posata il 31 maggio 2006 e sulla quale è incisa la frase "Omnia Vincit Amor", è stata estratta dalla Cava di Azzano, la stessa che fornì a Michelangelo Buonarroti il marmo per la costruzione della Basilica di San Pietro a Roma. Riconosciuto come Museo della Lombardia, il Museo del Ciclismo deve la sua realizzazione alla task force creata da Fiorenzo Magni insieme a Regione Lombardia.

Attualmente il presidente della Fondazione è Antonio Molteni, mentre la direttrice del Museo è l'architetto Carola Gentilini.

Facciata laterale del Museo del Ciclismo
Vista degli interni del Museo: le aree espositive
I busti di Fausto Coppi e Gino Bartali al di fuori del museo

Il museo e la sua architettura[modifica | modifica wikitesto]

L'organizzazione spaziale del progetto architettonico del Museo fa sì che il visitatore dal naturale anfiteatro panoramico del Belvedere Romeo (dedicato a Nicola Romeo, fondatore dell'Alfa Romeo) percorra inevitabilmente lo spazio secondo una linea virtuale di attrazione verso la vista più aperta sul paesaggio. Il progetto, opera dell'architetto Davide Bergna, prende quindi ispirazione dalla visuale delle Grigne, in un attento studio di architettura del paesaggio che si ispira alle linee dei celebri monti manzoniani. I percorsi a rampa, sia esterni che interni, si snodano come un tornante alpino dal Santuario al piano espositivo del Museo. Lo spazio simbolico del Santuario e lo spazio interattivo del Museo diventano nella percezione del visitatore uno spazio unico. Lungo l’intero scivolo una grande vetrata segue l’andamento della "prima onda" favorendo un'ampia visione dell'interno. Il visitatore, percorrendo tale rampa, raggiunge la quota "meno 3,60" dove è situato l'accesso dell'edificio ed il collegamento con il Belvedere. La lieve pendenza del camminamento all'ingresso permette ai disabili di raggiungere il piano espositivo vivendo questo "percorso" senza essere obbligati ad utilizzare l’ascensore. L'esposizione permanente, collocata su un unico piano, è inserita in una soluzione spaziale estremamente flessibile a "pilotis", che permette una visione sempre globale e non parziale da ogni punto del Museo dell’esposizione, del panorama, delle proiezioni.

Il progetto museografico[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo del Ciclismo si connota come un luogo di ricerca e approfondimento per appassionati e non. L'architetto Pier Federico Caliari, progettista dell'allestimento, ha articolato la forza del Museo prevedendo un sistema espositivo che integra le esposizioni permanenti dei cimeli storici legati al ciclismo alle tecnologie collegate all’evoluzione della bicicletta.

Il Museo è diviso in diverse sezioni che consentono una visita per isole tematiche, nello stesso tempo ogni singola sezione può essere vista in un percorso autonomo.

Sezione "Biciclette militari"

Fra le biciclette militari di inizio secolo utilizzate esposte nella prima sezione, è presente la prima bicicletta pieghevole della Bianchi, dotata ancora di libretto di istruzioni originale. La bicicletta militare è stata antesignana della bicicletta da viaggio e da competizione. I Bersaglieri ciclisti nascono il 15 marzo 1898.

Sezione "Cimeli"

Di particolare valore simbolico, vi sono raccolti gli oggetti che i campioni hanno donato al santuario o alla fondazione, che il museo espone in maniera selettiva, secondo il principio della rotazione e della doppia ripartizione museologica. Nel Museo le biciclette più significative sono collocate in diverse aree, tra cui la grande teca "a ponte", mentre altre espongono i trofei e le maglie. In particolare, la teca ospita quattro biciclette che hanno fatto la storia del ciclismo:

Sezioni "Evoluzione bicicletta da strada" e "Evoluzione bicicletta da passeggio"

Il Museo dedica due sezioni allo studio dell'evoluzione del mezzo meccanico attraverso i suoi componenti e alcune delle tappe dell’evoluzione dei materiali più significativi che si sono succeduti nella storia del ciclismo agonistico, e all'evoluzione della bicicletta da passeggio.

Sezione "Giro d’Italia-Maglie rosa"

Il Museo ospita la più grande collezione di maglie rosa, ritrovate grazie al progetto "Giro for Ghisallo" della Gazzetta dello Sport.

La raccolta include, tra i vari cimeli, la maglietta donata da Jai Hindley a distanza di pochi giorni dalla vittoria del Giro d'Italia 2022.[3]

Sezione "Grande Enciclopedia del Ciclismo"

Lungo tutta la parete viene raccontata in ordine cronologico la storia delle grandi imprese ciclistiche e dei grandi campioni.

Sezione "24 + 24"

All'interno di due ambienti circolari, sfogliando idealmente "pagine sportive", il visitatore può consultare i palmares di quarantotto campioni, scelti personalmente da Fiorenzo Magni.

Sezione "Ciak e campioni 100 film sul ciclismo"

Nella "sala cinema" trova spazio la sezione audiovisivi che grazie ad una selezione di 100 film, documentari, cortometraggi permette la narrazione su grande schermo del ciclismo sportivo e del rapporto tra ciclismo, cinematografia, televisione e costume.

Sezione "Donne"

Dal 2016 il Museo ripercorre in questa sezione speciale le imprese delle più importanti campionesse, da Maria Cressari a Marianne Vos.

Sezione "Paraciclismo"

A cura di Carlo Ottolina, la sezione è stata inaugurata il 12 ottobre 2019 durante il passaggio del Giro di Lombardia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Beata Vergine Madonna del Ghisallo è stata proclamata "Celeste Patrona dei Ciclisti" da Papa Pio XII con la Bolla Pontificia emessa nel 1949. L'affresco mariano, custodito nel Santuario e risalente al Cinquecento e trasportato su tela nel 1950, raffigura una Madonna del Latte, un'immagine sacra molto diffusa nel Triangolo lariano a testimonianza di una profonda devozione locale. Il tema della Madonna Litta era uno dei preferiti dei pittori Leonardeschi.
  2. ^ Museo del Ghisallo, il 14 ottobre l'inaugurazione
  3. ^ Ciclismo, L'australiano Jai Hindley sorprende il Museo del Ghisallo: donata la sua maglia rosa, su Eurosport, 1º giugno 2022. URL consultato il 3 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L. Franzetti, C. Gentilini, L. Rota, G.P. Rubino, Benedette Biciclette! La collezione del Museo della Madonna del Ghisallo, Bolis, 2016.
  • Paolo Bozzuto, Ilaria Di Genova (a cura di), Atlante storico del ciclismo in Lombardia - un percorso di ricerca, Maggioli, 2017.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Musei: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musei